SENZA PROVINCE DIMINUISCE LA SPESA PUBBLICA.... SIAMO SICURI?

Uno dei dibattiti di moda è quello riguardante l'abolizione delle province per abbattere la spesa pubblica, siamo sicuri che sia davvero cosi?
Negli ultimi anni i paesi più sviluppati e quelli emergenti hanno adottato riforme per aumentare il decentramento e quindi aumentare i livelli di governo ( Stato centrale, enti locali, province, comuni). Studi hanno dimostrato che con un aumento dei livelli di governo aumenta anche la competizione fiscale sia tra i governi di pari livello ( esempio provincia A vs provincia B) che tra livelli differenti ( provincia A vs Regione A) portando a una diminuzione della spesa pubblica.
Giorni fa ho letto un articolo su lavoce.info (
http://www.lavoce.info/piu-decentramento-non-significa-piu-spesa/ ) dove si tenta di verificare la frase " senza province si spenderebbe meno". L'articolo è completato da vari grafici dove si cerca di trovare una relazione tra spesa pubblica/PIL, debito pubblico/PIL e deficit/ PIL  e numero di livelli di governo per abitante. In tutti e 3 i casi si è notato che non esiste nessuna correlazione tra decentramento, spesa e debito.
Se bastasse diminuire i livelli di governo per diminuire la spesa non si capirebbe il trend opposto osservato nella maggior parte dei paesi negli ultimi anni.
Ora in Italia si sta pensando solo a diminuire la spesa ma non a renderla più efficiente. Sicuramente non c'è un numero di livelli di governo ottimale ma la scelta del numero di governi intermidi da mantenere deve essere subordinata alla massima efficienza della pubblica amministrazione ottenibile.
Secondo me il risparmio derivante dall'abolizione delle province è pari al costo dei consigli e delle giunte provinciali perché le spese riguardanti le competenze in mano alle province dovranno essere girate a comuni e/ o regioni che si troveranno con altre competenze intasando i lavori di questi enti e quindi abbassando ancora di più l'efficacia e l'efficienza della spesa pubblica.

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Alberto Giordano

DOVE VA LA RICERCA?

 
Torino 22 marzo 2013 h. 18.30,
presso Centro d’Incontro di Corso Belgio 91
 
Partecipano:
ON. PAOLA BRAGANTINI Segretaria del PD provinciale e Deputata PD
ON. UMBERTO D’OTTAVIO
Deputato PD
ON. ANDREA GIORGIS
Deputato PD
ON. ANNA ROSSOMANDO
Deputata PD
ROBERTO PLACIDO
Vice-Presidente del Consiglio Regionale
ROBERTO CARDACI
Responsabile Dipartimento Formazione PD provinciale
LUCA DERI
Coordinatore alla V Commissione Cultura ed Istruzione, Circoscrizione 7

Introduce e coordina:
FRANCESCA SOMENZARI
Responsabile Dipartimento Università e ricerca del PD provinciale

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Alberto Giordano





Come Grillo e Casaleggio hanno trasformato Internet in Rete 4

Oggi posto questo articolo di Matteo Lenardon sul fenomeno M5S. Per me ha centrato pienamente la questione. Buona lettura

Ormai sono passate tre settimane dalle elezioni e tutti abbiamo avuto tempo di ragionare su quello che è successo e di nascondere su Facebook gli amici che hanno votato per il M5s. Nonostante questo fondamentale accorgimento è continuata, comunque, a passare sui giornali l’idea che il successo del movimento di Casagrillo sia avvenuto grazie “alla rete”. È diventata una scusa/ossessione talmente forte da aver superato, in certi ambienti di sinistra, addirittura il collegamento PDL-Televisioni come massimo ostacolo alla vittoria elettorale. Da Berlusconi ha le tv e i giornali, non possiamo vincere, a Grillo ha Internet, non possiamo vincere.

C’è un unico problema: è una stronzata.

E non è neanche una di quelle stronzate benevoli, tipo “non ti preoccupare, ho sentito che quel barbone che sta venendo assorbito dal marciapiede in realtà è milionario” oppure “dovremmo mettere come Ministro dell’Economia una madre con tre figli.” È malvagia. Perché non solo fornisce una facile scusa per non rinnovarsi a chi ancora una volta ha perso, ma stravolge soprattutto l’idea stessa di rete. Un luogo letteralmente nato per lo scambio orizzontale delle informazioni, riconvertito a ennesimo pulpito verticale. In sette anni di blog Grillo non ha risposto a, o riportato, un solo commento ricevuto. Non ha inoltre mai dialogato con nessun altro blogger. Ha semplicemente ricostruito virtualmente le dinamiche che ha perseguito per tutta la sua carriera con successo. Un palcoscenico di Wordpress e un pubblico di commentatori. E questo non importava a nessuno, quando il maggior danno che causava alla dignità delle persone era scoprire un suo DVD su uno scaffale di casa.

Ma ora che è il leader del primo partito in Italia? Semplicemente ha continuato con gli stessi sistemi, ignorando giornalisti invece che blogger e commentatori. E istruendo i suoi mini-me a fare altrettanto. Non importa che costruire un walled garden sia assolutamente antitetico rispetto a tutte le panzane di trasparenza e “open source” di cui si ammanta il M5s, che le uniche altre organizzazioni che hanno odiato e osteggiato giornalisti e osservatori esterni per partito preso sono state Scientology di Ron Hubbard e la Juventus di Moggi, questa, per Grillo e i suoi, è la rete. O meglio, linternet, un luogo dove puoi liberamente parlare di vaccini che causano l’autismo e l’omosessualità, rettili che governano segretamente il mondo, scie chimiche lasciate dall’aereo di tua nonna che torna a casa. E se non la pensi allo stesso modo sei probabilmente pagato da qualcuno o, peggio, ti devi svegliaaareeee!!!!!!

La vera idea che ha Grillo di internet e del giornalismo la si può ritrovare nel blog Byoblu di Claudio Messora—uno che è arrivato ai massimi livelli di “Ho compiuto studi scientifici e ho una preparazione informatica conseguita alla Statale di Milano,” come lui stesso racconta. Messora possiede quindi tutti gli strumenti culturali per googlare su linternet “pandemia” e decidere chi ha ragione sulla questione suina. O girare un documentario sul ciarlatano che crede di prevedere i terremoti, dandogli ragione. O annunciare un “grande golpe globale” del gruppo Bilderberg. Messora è uno dei pochissimi blogger “giornalisti” approvati da Grillo; è presente addirittura nella home di beppegrillo.it e riceve numerose benedizioni via Twitter. È la sua Barbara D’Urso privata. Dalle elezioni scrive anche editoriali di risposta a Bersani, e quando Il Capo lancia una tirata sugli intellettuali, si schiarisce la gola per fare il coro sul suo blog personale. Per Grillo Messora è il giornalismo, l’unica fonte affidabile da cui apprendere notizie. Per Messora il giornalismo è raccogliere fondi per intervistare il sindaco M5s di Parma, quello eletto promettendo in campagna elettorale che sarebbero passati sul mio cadavere per costruire l’inceneritore. Perchè c’è il piccolo problema che ora l’inceneritore sta procedendo normalmente, con la sua firma. Messora ha quindi chiesto ai suoi lettori 550 euro per questo scopo: “Intervistiamo Federico Pizzarotti e chiediamogli di ricostruire i fatti, perché il Paese possa giudicare, dalle sue stesse parole e senza mediazioni, se la giunta a Cinque Stelle di Parma abbia agito bene o male.” Il giornalismo è quindi lasciar parlare un politico senza mediazioni, dei monologhi infiniti in cui può dire la verità, la sua. Perché l’intervista alla Vespa, non era abbastanza. Ci vuole linternet per lasciare al Cittadino Pizzarotti la possibilità di spiegarsi da solo.

Che differenza c’è, quindi, fra linternet di Grillo e Rete 4 dei tempi d’oro? Che linternet M5s è, per fortuna, solo una gated community gestita da due miliardari che tira dentro i 31.000 paranoici che hanno alla fine votato per le “parlamentarie”.

Internet o, meglio, il web, quello a cui abbiamo accesso noi, è ancora libero. E non è anti-intellettuale o anti-scienza per sua stessa costituzione. Per tutta la campagna elettorale, o anche ora, non ci sono stati trending topic su Twitter a favore di Grillo. (Solo per gli One Direction.) Non sono apparsi video virali grillini, siti M5s che hanno fatto opinione. La pagina più condivisa è stata anzi “5 buone ragioni per non votare Grillo”, con quasi 170.000 like. I post su beppegrillo.it raggiungono al massimo i 20.000.

Grillo ha vinto utilizzando la tecnica più vecchia del mondo. Urlando più forte degli altri che gli altri sono dei ladri, a differenza di lui. Che abbasserà le tasse, che anzi ti pagherà addirittura, con un reddito di cittadinanza! E andando e sudando in ogni singola cittadina e regione d’Italia per farlo. Questa cosa non ha bisogno del web per essere realizzata, basta un fax, o un catalogo mandato a casa come fece Berlusconi nel 2008.

L’unica vera rivoluzione di Grillo è stata far credere che il suo fosse un movimento per liberarsi del “solito modo di fare politica” e dal “personalismo” quando il successo stesso del M5s è stato costruito su sagre della salsiccia mandate in streaming e le peggiori paranoie e vendette personali del Capo.

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Alberto Giordano

UN FUTURO SENZA SOGNI

Ieri sfogliando i quotidiani ho letto degli articoli nei quali veniva trattato il tema dei NEET ( acronimo inglese che significa niente scuola, lavoro o apprendistato). Con questa sigla si indicano ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano, non sono in formazione e non cercano più neppure un lavoro. I dati sono impressionanti dal 2009 al 2011 sono passati dal 19,5% al 22,7% il brutto è che l'8,8% dei NEET sono laureati che non possono neppure accedere a un livello superiore di formazione per rimettersi in gioco.
Impressionante è stata l'intervista rilasciata da due ragazzi ventenni. Lui dopo aver studiato in un istituto tecnico, appassionato di informatica, ha inviato centinaia di curriculum, ma a parte qualche manutenzione di computer non ha trovato nessun lavoro.  Lei contabile stessa trafila, e solo uno stage in uno studio legale. I loro sogni sono un'auto nuova, un viaggio e un lavoro da 800 euro. Entrambe sono andati a votare, per Grillo e per Monti, nella speranza che pensino alla loro situazione ma ormai, dopo anni di illusioni, non hanno più fiducia che qualcosa cambi.
Successivamente ho letto un articolo scritto da Gramellini e noto, a malincuore, che i parlamentari del PDL  marciano verso il tribunale di Milano per salvare il proprio capo dimenticandosi della situazione dei giovani e di tutte le difficoltà degli italiani. Il M5S riesce ad entrare in parlamento, ma non vuole dialogare, dare la fiducia, allearsi...però vuole essere ascoltato. Mi sono ormai convinto che l'Italia è un Paese a comparti stagni, dove ogni piccolo gruppo di potere (non solo i partiti ma anche lobby e associazioni di categoria) pensa a massimizzare il proprio interesse a scapito degli altri.
La politica sta diventando autoreferenzialista e questo va capito da tutti compresi i grillini che si definiscono dei semplici cittadini.
Chi dovrebbe rappresentarci pensa ai propri interessi come la  legge elettorale, senza tenere conto che c'è un 23% circa di ragazzi senza sogni, senza lavoro e senza prospettive che vorrebbe credere in loro ma non può perché sente spesso parlare di poltrone e mai di lavoro e prospettive future.
Un leader politico dovrebbe infondere speranza e voglia di fare, spronare il popolo a dare il meglio di sè ma ancora nessuno in Italia l'ha capito.

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FESTA DELLA DONNA

E' sempre difficile scrivere qualcosa sulla festa della donna perché si rischia di cadere nelle solite frasi fatte.
L'8 marzo è la giornata in cui si ricordano sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e violenze di cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo.  Questa volta non voglio parlare della situazione delle donna, ma di come si comportano  gli uomini nei loro confronti.
Oggi si sprecheranno i commenti su facebook, sms e chiamate alle nostre amiche, mogli, compagne, fidanzate, dedicheremo frasi amorevoli e chili e chili di mimosa, ma domani cosa faremo? Ci comporteremo come sempre, non daremo una mano in casa, lasceremo i panni sporchi e in disordine, non cambieremo il pannolino al figlio.
Se coroneranno il sogno della maternità alcuni datori le licenzieranno, fidanzati lasciati in preda alla gelosia continueranno a seguirle, pedinarle, neppure la legge le difenderà.
Noi uomini siamo cosi, riusciamo a dedicare alle donne poesie e frasi stupende, ma nei fatti tutto l'amore scritto non le mettiamo in pratica. Bisognerebbe iniziare a fare veri atti d'amore anche semplici, come sistemare la cucina dopo i pasti o portare i figli a scuola e per loro sarebbe sempre un giorno da festeggiare in cui si sentiranno aiutate ed apprezzate.

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Alberto Giordano

KEEP CALM and VOTA PD



Ancora poche ore e si andrà alle urne per decidere chi governerà durante prossima legislatura in Italia.
Nell’ultimo mese abbiamo potuto ascoltare varie voci spesso discordanti: persone che vogliono restituire tutto, oppure togliere tutto, chi addirittura promette di far diventare l'Italia il paese del Bengodi, un paradiso terrestre dove tutto è dovuto, dove ci saranno 4 milioni di posti di lavoro, dove tutti avranno una casa ed il debito pubblico diminuirà per grazia divina, dove si parla di meritocrazia salvo poi falsificare i curriculum negando anche l'evidenza. 
C'è un gruppo di persone che non si è rivolto ai cittadini con false promesse, ma spiegando cosa si poteva fare con le poche risorse a disposizione per migliorare la vita di ognuno di noi. Questo è il PD.
E' facile ottenere voti promettendo la restituzione dell'Imu, un reddito di cittadinanza da mille euro al mese per 3 anni, urlando che tutto fa schifo che bisogna mandare a casa tutti senza voler rispondere alle domande dei giornalisti perché si ha paura di essere contraddetti.
Difficile è invece ottenere voti parlando con onestà di cose fattibili, come eliminare dal patto di stabilità le spese per piccoli investimenti per ristrutturare scuole e ospedali, rimodulare l'Imu rendendola più proporzionale ed equa evitando l'interruzione di servizi comunali per mancanza di risorse, modificare la riforma delle pensioni cosicché  i lavoratori che hanno maturato il diritto alla pensione possano averla ( vedi esodati o tutte quelle donne che per seguire i figli hanno smesso di lavorare con una legge che prevedeva la pensione con 15 anni di contributi e ora sono troppo avanti con l'età per il mercato del lavoro attuale) ed evitare che la generazione da 1000 euro si ritrovi con una pensione irrisoria.
Il populismo promette…mantenere grandi promesse è quasi impossibile nella situazione attuale. 
Il PD non promette, ma ha bisogno della maggioranza alla Camera e al Senato per realizzare quello che ha spiegato durante la campagna elettorale.
Quindi il 24 e il 25 febbraio davanti alla scheda elettorale stiamo calmi e votiamo PD!
KEEP CALM and VOTA PD!!!

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Alberto Giordano



L'ITALIA GIUSTA 18 febbraio ore 20,30

VOTO ANCHE IO!... NO! TU NO!

Intervento del Presidente Napolitano alla Cerimonia di commemorazione del Giudice Giovanni Falcone
Palermo - Aula Bunker, 23/05/2012
"E perciò voglio dirvi : completate con impegno la vostra formazione, portate avanti il vostro apprendistato civile, e scendete al più presto in campo, aprendo porte e finestre se vi si vuole tenere fuori, scendete al più presto in campo per rinnovare la politica e la società, nel segno della legalità e della trasparenza. L'Italia ne ha bisogno ; l'Italia ve ne sarà grata."

Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale, 31/12/2012
"Importante è che soprattutto tra i giovani si manifesti, insieme con la polemica e l'indignazione, la voglia di reagire, la volontà di partecipare a un moto di cambiamento e di aprirsi delle strade. "

il 22 dicembre 2012 Napolitano firma il Decreto del Presidente della Repubblica numero 226, votato qualche giorno prima all'unanimità da Camera e Senato, nel quale si stabilisce che gli studenti universitari italiani all'estero per il progetto Erasmus non possono votare per corrispondenza come possono fare tutti gli italiani all'estero per motivi lavorativi o di studio. Lo potranno fare "dipendenti di amministrazioni dello Stato, di regioni o di province autonome, temporaneamente all’estero per motivi di servizio" e “professori e ricercatori universitari che si trovano in servizio presso istituti universitari e di ricerca all’estero” e le forze armate impegnate in missioni all'estero.
Prima le istituzioni invitano le giovani generazioni a partecipare attivamente alla vita politica, combattere e manifestare per migliorare la vita nel nostro amato Paese, poi di fatto vietano a 20-25000 ragazzi di esprimere il proprio voto verso coloro che dovrebbero rappresentare le loro istanze in parlamento.
La critica più comune sarà quella " tornate in Italia per votare" ma non tutti potranno farlo perchè il costo del viaggio è alto e questi studenti vivono con una misera borsa di studio erogata dall' UE e grazie ai risparmi che i genitori con sacrificio hanno accantonato per farli studiare.

l'articolo 48 della costituzione afferma:" Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge."
Non credo che gli studenti Erasmus siano incapaci civili o che rientrino nei "casi di indegnità morale indicati dalla legge."
Questo è un Paese che pensa ai giovani solo a parole, ma non nei fatti. Tagli a scuola e università, contratti di lavoro per i giovani al limite dello sfruttamento hanno reso l'Italia un paese per vecchi e penso che tra qualche anno non lo sarà neanche per loro visto i tagli alla sanità e pensioni in programma.

I politici dicono di andare all'estero dove effettivamente ci più opportunità, ma non vogliamo andarcene, vogliamo rimanere nella nostra patria, vogliamo avere in Italia le stesse opportunità che trovano i nostri coetanei nel resto del mondo.
Noi non ce ne andremo!!!!


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Alberto Giordano